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03.09.2023
La sindrome del dente incrinato è una patologia che colpisce tipicamente i molari ma può interessare qualunque dente. Si tratta di una lesione strutturale, un cedimento, può essere più o meno profonda e può provocare semplici fenomeni di ipersensibilità termica o meccanica, fino ad arrivare a provocare infezioni ossee e gengivali (ascessi). Fortunatamente questo avviene solo in caso di fratture complete della componente radicolare. Quando questo accade, è indice di una situazione ormai grave e probabilmente irreparabile.
Ma andiamo con ordine…🧐
Un dente incrinato è un dente attraversato da una sottile frattura non completa pressoché invisibile anche agli esami più approfonditi, radiografia e trans-luminescenza (Diagnocam®). Avete presente un piatto di ceramica percorso da una frattura ma che ancora sta insieme e non si rompe? Ecco, qualcosa del genere!👌
Possono verificarsi nei denti di tutti gli individui, più frequentemente in soggetti maggiori di 30 anni.
L’incrinatura può essere provocata da cause diverse: occlusione dentale non distribuita, ad esempio in assenza di alcuni denti posteriori, eccessiva pressione esercitata su un singolo dente (precontatto), trauma masticatorio (es. sassolino nel sale) e traumi extraorali (incidenti e traumi sportivi). Frequentemente l’individuo che esercita una pressione eccessiva sui propri denti, fenomeno chiamato digrignamento o bruxismo, può soffrire di questa sindrome.
Essendo spesso invisibile dobbiamo affidarci ai sintomi per identificarla. Un sintomo è caratteristico, ed è il più utile per individuare una incrinatura o una frattura dentale completa, ma il corollario di sintomi possibili sono molteplici. Purtroppo non sono sempre tutti presenti🤯. L’ipersensibilità termica con percezione di un dolore episodico quando il dente viene esposto a sostanze calde o fredde è molto frequente, ma solo nei denti vitali. Attenzione però, bisogna ricordare che questa situazione, nota come ipersensibilità dentinale, è molto comune anche nei denti sani non incrinati.
Nel dente devitalizzato invece non è mai presente, e questo non è un bene per le possibilità diagnostiche.
Fortunatamente esiste un sintomo tipico capace di indirizzare il dentista verso la diagnosi corretta. Questo sintomo è il dolore durante gli atti masticatori. Il fastidio o dolore possono diffondersi nella zona intorno al dente incrinato e devono sempre far sospettare l’incrinatura per poter correre ai ripari in fretta.
Un ascesso nella zona gengivale si manifesta esclusivamente nei casi più gravi, quelli in cui, con ogni probabilità, la lesione ha toccato la polpa dentaria portando a necrosi (morte) della stessa.
In questi casi potrebbe essere presente anche una tasca gengivale particolare che il dentista potrà identificare e indicare al paziente l’unica strada per risolvere l’infezione; l’estrazione del dente fratturato.
La diagnosi precoce dell’incrinatura di un dente è fondamentale per evitare di incorrere in una frattura completa, ma non sempre è semplice. Spesso la lesione si sviluppa al di sotto del margine gengivale risultando completamente invisibile. Solo l’analisi accurata dei sintomi, quando presenti, ed opportuni test possono guidare il dentista nell’individuazione del problema. Già, perché in caso di incrinature superficiali, che non colpiscono la radice del dente e soprattutto nei denti devitalizzati, i sintomi non ci sono e il paziente non avverte nessun fastidio rischiando di incorrere in una frattura completa. E’ proprio per questo che noi consigliamo sempre, o quasi sempre, di procedere alla copertura protesica dei denti devitalizzati.
Se invece i sintomi ci sono e il dolore che il paziente avverte a causa dell’incrinatura/frattura è insopportabile, il dentista può procede all’immediata riduzione dei contatti di occlusione tra il dente incrinato e il suo diretto antagonista. In questo caso la terapia d’urgenza prevede la “molatura” del dente coinvolto per poi pianificare la terapia più idonea.
Nei casi più favorevoli, se la lesione non ha intaccato ancora la polpa dentale, è necessario effettuare una corona protesica completa a protezione del dente. La corona protesica è un restauro in ceramica o in resina, meglio se attaccato adesivamente per mezzo di speciali colle e non cementi, che evita all’incrinatura di progredire verso la frattura completa. Questo presidio, agendo come un casco contenitivo per l’intero dente, protegge la struttura dentaria.
Nel caso in cui una lesione abbia intaccato la polpa sarà necessario un intervento canalare del dente o devitalizzazione.
Quando la diagnosi indica una “frattura dentaria completa”, l’unica possibilità sarà l’estrazione del frammento fratturato e la sua sostituzione. Quando possibile, si procederà alla ricostruzione protesica della porzione fratturata e alla ricopertura protesica ma, se la frattura fosse troppo profonda, l’opzione migliore sarà l’estrazione dentaria e il posizionamento di una protesi su impianto in titanio. L’intervento di implantologia post estrattiva a carico immediato o differito riduce i tempi terapeutici ma non sempre è percorribile. Spesso, soprattutto nei molari, si preferisce attendere la guarigione dopo l’estrazione per procedere successivamente alla sua sostituzione. Queste soluzioni consentono di rimuovere il dente malato rimpiazzandolo con uno nuovo, senza necessità di coinvolgere i due denti contigui o confinanti, com’è necessario per la riabilitazione mediante protesi a ponte tradizionale.
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